Perché andiamo ai concerti? Le 8 motivazioni psicologiche che ci spingono sotto il palco

Perché andiamo ai concerti? Le 8 motivazioni psicologiche che ci spingono sotto il palco

iArticolo revisionato dalla nostra redazione clinica

pubblicato il 24.06.2025

INDICE

“Un concerto funziona quando quando i musicisti e il pubblico raggiungono una sorta di esperienza unificante. È commovente e appagante sapere che i confini che separano una persona dall’altra si annullano nell’arco di un’ora.”

Jim Morrison

Biglietti esauriti in pochi minuti, lunghe attese online, prezzi elevati e piattaforme di rivendita con costi alle stelle. Per molti, accaparrarsi un posto a un concerto è una sfida personale. Ma cosa ci spinge davvero a voler essere lì, a tutti i costi?
Uno studio pubblicato su Event Management ha indagato le principali motivazioni che guidano la partecipazione ai concerti di musica pop, rivelando che l’esperienza live è molto più di un evento musicale: è un atto profondamente emotivo, identitario e relazionale.
Comprendere questi meccanismi è utile non solo per riflettere sul nostro comportamento, ma anche per chi, attraverso un percorso con uno psicologo online, desidera esplorare i propri bisogni affettivi, sociali e di espressione emotiva. Vediamo quindi quali sono le principali spinte psicologiche che ci portano sotto il palco.

Le 8 motivazioni psicologiche che ci portano a un concerto

Secondo lo studio di Kulczynski, Baxter e Young (2016), esistono otto spinte motivazionali principali alla base della partecipazione ai concerti. Ognuna risponde a bisogni psicologici diversi, che spesso si attivano contemporaneamente:

  1. Identificazione con l’idolo
    Vedere dal vivo un artista che si ama può generare una forte risposta emotiva e rinforzare l’identità personale. Non è solo intrattenimento, ma un incontro con una figura simbolica.
  2. Nostalgia
    La musica è un potente attivatore di ricordi. Una canzone può riportare a un momento specifico, a un amore passato, a una stagione della vita. Il concerto diventa un rituale emotivo.
  3. Appartenenza e connessione sociale
    Durante il concerto, anche tra sconosciuti, si genera un senso di unione. Si canta insieme, si condividono emozioni: un’esperienza collettiva che rinforza il senso di appartenenza.
  4. Fuga dalla realtà
    I concerti creano una “bolla” fuori dal tempo quotidiano. Offrono una sospensione dalle responsabilità, dallo stress e dalla routine.
  5. Esprimere la propria identità di fan
    Essere presenti significa anche dire “io c’ero”. È una dichiarazione identitaria: l’appartenenza a una comunità musicale, a un momento irripetibile.
  6. Ricerca dell’unicità dell’esperienza
    Una versione acustica, una cover a sorpresa, un duetto inatteso: ogni concerto è irripetibile. Questo senso di esclusività stimola la partecipazione.
  7. Ammirazione per la performance artistica
    Chi assiste ai concerti lo fa anche per osservare l’eccellenza: la voce, la presenza scenica, i visual dal vivo. L’arte è viva e senza filtri.
  8. Liberazione emotiva
    Il concerto diventa uno spazio sicuro per lasciarsi andare. Cantare, ballare, piangere, ridere: tutte le emozioni sono legittime e condivise.

Quando la musica incontra la psicologia: un bisogno più profondo

La partecipazione ai concerti risponde a bisogni psicologici ben noti in ambito clinico:

  • Il bisogno di connessione sociale e appartenenza
  • L’espressione emotiva in un ambiente sicuro
  • La costruzione dell’identità, soprattutto nei giovani
  • La regolazione dello stress attraverso esperienze positive

Per alcune persone, questi eventi diventano strategie spontanee di autoregolazione emotiva, che però possono anche nascondere forme di compensazione o dipendenza da stimoli forti. In questi casi, esplorare questi vissuti in terapia può aprire nuovi spazi di comprensione di sé e di benessere più stabile.

Il supporto psicologico online può aiutarti a dare voce ai tuoi bisogni

Che si tratti del bisogno di appartenenza, di espressione o di gestione delle emozioni, la psicoterapia online può aiutarti a riconoscere i tuoi bisogni emotivi e a soddisfarli in modo più consapevole.
Senza giudizio, con strumenti concreti, il percorso terapeutico ti accompagna a ritrovare un equilibrio tra ciò che vivi all’esterno e ciò che senti dentro.

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Domande frequenti (FAQ)

Cosa dice la psicologia sulla partecipazione ai concerti?

Che si tratta di un’esperienza significativa, capace di attivare emozioni, rafforzare l’identità e generare senso di appartenenza. È molto più di un semplice svago.

Andare ai concerti può avere effetti sul benessere?

Sì. La musica dal vivo favorisce il rilascio di dopamina, stimola connessioni sociali e permette di esprimere emozioni represse.

Cosa succede se sento un bisogno compulsivo di esserci sempre?

Quando il bisogno diventa urgenza o dipendenza da stimoli intensi, può essere utile riflettere in terapia sul significato profondo di quel comportamento.

Conclusione

Andare a un concerto è molto più di un semplice passatempo: è un atto psicologico, identitario, emotivo. È un momento in cui possiamo sentirci pienamente vivi, connessi, autentici.

Riconoscere ciò che ci muove verso il palco può aiutarci a capire meglio anche ciò che ci muove nella vita. E se senti che c’è qualcosa che vuoi ascoltare più a fondo… la terapia online può essere un buon inizio.

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Bibliografia

  • Kulczynski, A., Baxter, S.M., & Young, T. (2016). Measuring motivations for popular music concert attendance. Event Management, 20, 239-254.
  • Fusar-Poli, L., Thompson, G., Lense, M. D., & Gold, C. (2022). Music therapy and other music-based interventions. In J. L. Matson & P. Sturmey (Eds.), Handbook of autism and pervasive developmental disorder: Assessment, diagnosis, and treatment (pp. 1409–1433). Springer Nature Switzerland AG.

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