Perché non puoi cambiare l’altro: la reattanza psicologica nelle relazioni

Perché non puoi cambiare l’altro: la reattanza psicologica nelle relazioni

iArticolo revisionato dalla nostra redazione clinica

pubblicato il 03.10.2025

INDICE

“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”

Charles Robert Darwin

Quando provi a cambiare l’altro e lui si chiude

Capita a tutti: desideri che il partner smetta un’abitudine, che un amico cambi atteggiamento, che un familiare faccia una scelta diversa. Ti sembra evidente che sarebbe meglio per lui e anche per voi. Così insisti, dai consigli, cerchi di convincerlo. Ma invece di cambiare, l’altro si chiude.

Non è solo testardaggine. La psicologia spiega questo paradosso con la reattanza psicologica: un meccanismo di difesa che ci porta a resistere quando sentiamo che qualcuno vuole imporci un cambiamento, minacciando la nostra autonomia.

Cos’è la reattanza psicologica

La reattanza psicologica (Brehm, 1966) è una reazione emotiva e cognitiva che si attiva quando percepiamo che la nostra libertà di scelta è limitata.

  • Sul piano emotivo: emergono irritazione, rabbia, frustrazione.
  • Sul piano cognitivo: cerchiamo argomenti per rifiutare il messaggio (“Non è vero”, “Non funziona così”).
  • Sul piano comportamentale: possiamo arrivare a fare l’opposto di ciò che ci viene chiesto (effetto boomerang).

In altre parole: più ci spingono, più resistiamo.

Un esempio quotidiano

Immagina una coppia. Uno dei due dice all’altro: “Devi assolutamente smettere di fumare, è sbagliato e mi fa soffrire.”

Chi riceve il messaggio potrebbe non percepirlo come una dimostrazione di amore, ma come un attacco alla propria libertà. La reazione potrebbe essere difensiva: fastidio, chiusura, e talvolta persino l’aumento del comportamento che l’altro vorrebbe eliminare.

Lo stesso accade in famiglia: un genitore che dice al figlio “Devi studiare subito” rischia di ottenere solo ribellione.

Perché nelle relazioni la pressione non funziona

Gli studi in psicologia della comunicazione confermano che i messaggi troppo forti, autoritari o moralistici portano a risultati opposti rispetto all’obiettivo.

Nelle relazioni, questo si traduce in un circolo vizioso: più proviamo a cambiare l’altro, più lui difende la propria autonomia, anche a costo di irrigidirsi.

La chiave sta nel riconoscere che il cambiamento autentico nasce solo quando la persona lo percepisce come una sua decisione, non come qualcosa imposto da fuori.

Strategie per comunicare senza generare reattanza

Ecco alcune modalità efficaci, supportate dalla ricerca, per favorire apertura invece che chiusura:

  • Offri scelte invece di ultimatum: “Puoi provare questa strada, oppure quest’altra” → mantiene libertà.
  • Usa un linguaggio di autonomia: sostituisci “devi” con “potresti” o “valuta se”.
  • Mostra comprensione: riconosci la difficoltà (“Capisco che per te non sia facile”) per abbassare le difese.
  • Invita alla riflessione: domande aperte aiutano a trovare le motivazioni personali.
  • Stimola l’auto-motivazione: “Cosa pensi ti aiuterebbe davvero?” invece di dire cosa “deve” fare.

Domande frequenti (FAQ)

Posso davvero aiutare l’altro a cambiare?

Puoi facilitare il percorso, ma il cambiamento autentico avviene solo se la persona lo sceglie.

Come faccio a comunicare senza sembrare invadente?

Usa un linguaggio che lascia spazio di scelta, evitando imposizioni.

La reattanza è sempre negativa?

No: è un meccanismo utile a proteggere l’autonomia. Diventa un problema solo quando blocca cambiamenti positivi o relazioni importanti.

Come riconosco la reattanza in una relazione?

Chiusura, resistenza, contro-argomentazioni, tendenza a fare l’opposto di ciò che viene chiesto.

Posso imparare a gestirla?

Sì: con l’aiuto di uno psicoterapeuta puoi riconoscerla e imparare a comunicare in modo più efficace.

Conclusione

In amore, in amicizia e in famiglia, la tentazione di cambiare l’altro è naturale. Ma la psicologia ci mostra che la pressione porta quasi sempre al risultato opposto: la reattanza.

Il cambiamento autentico nasce solo quando ciascuno lo vive come una scelta personale, non come un’imposizione. Per questo la sfida non è convincere, ma creare spazi di ascolto, autonomia e comprensione.

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Bibliografia

  • Brehm, J. W. (1966). A Theory of Psychological Reactance. Academic Press.
  • Reynolds-Tylus, T. (2019). Psychological Reactance and Persuasive Health Communication. Frontiers in Communication.
  • Rosenberg, B. D. (2016). A 50-Year Review of Psychological Reactance Theory. Dominican Scholar.
  • Steindl, C., Jonas, E., Sittenthaler, S., Traut-Mattausch, E., & Greenberg, J. (2015). Understanding Psychological Reactance. Zeitschrift für Psychologie.
  • Deci, R. M., & Ryan, E. L. (2000). Self-Determination Theory.

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